In questo periodo è sempre più frequente la discussione sugli immigrati e più volte ci è capitato di confrontarci a Progetto Miriam, o nei luoghi pubblici e di socialità, su questa tematica e sulle criticità che essa suscita agli occhi della maggior parte dei cittadini. La nostra missione parte dallo stare accanto alle donne vittime di sfruttamento e si amplia al territorio e alla comunità civile, con l’intento di aiutare a rompere i muri dell’indifferenza e del pregiudizio, a prendere coscienza dei reali problemi e a percepire nell’altro un fratello e nella Terra la casa comune”. Il nostro servizio a Progetto Miriam si articola in diverse attività che valorizzano la ricchezza della dignità umana, della diversità culturale e della potenzialità personale. Attraverso queste testimonianze possiamo seminare una cultura dell’accoglienza che si fa sempre più rara nei nostri territori.
Un momento privilegiato per creare questo ponte capace di superare gli ostacoli e gli stereotipi culturali è durante il Natale quando riusciamo ad esporre i manufatti delle donne da noi accolte nei mercatini e organizziamo lo showroom nel nostro laboratorio creativo. Di fronte alla bellezza di un oggetto creato a mano, con pazienza e dedizione, le persone scoprono l’esistenza di donne che vengono da paesi lontani, le loro storie e la loro voglia di riscatto, creando così una sintonia che supera ogni pregiudizio.
Altre possibilità di incontro e di conoscenza sono i momenti di formazione con i volontari che entrano in contatto con noi per donare tempo ed energie al progetto; con loro si attivano processi di riflessione profonda che arricchiscono il nostro ed il loro operato. Anche le testimonianze che abbiamo fatto in alcune parrocchie, a partire dalla festa per la nostra fondatrice, la Beata Francesca Schervier, o l’incontro con il Movimento dei Focolari, hanno reso possibile la comunicazione di idee, valori, storie ed esperienze che spesso stupiscono, destabilizzano, affaticano ma che sicuramente ci avvicinano come comunità civile, religiosa e culturale. E se questi sono i semi che giornalmente spargiamo nel territorio che ci circonda, altri ne abbiamo gettati in occasioni più ampie, nelle quali, assieme ad una rete di persone che credono negli obiettivi di accoglienza e inclusione, siamo stati capaci di testimoniare l’importanza della dignità e della libertà di ogni essere umano.
Da ricordare anche i momenti in cui abbiamo organizzato, a livello ecclesiale, la veglia in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera Contro la Tratta o quando, assieme alle associazioni del territorio, abbiamo marciato per le vie della città per la Giornata Europea Contro la Tratta, sventolando i palloncini arancioni come simbolo di uguaglianza e libertà. Per arrivare ancora più lontano e sovrastare i pregiudizi, la nostra voce è stata portata a livello nazionale ad un programma di Tv2000 nel quale si è potuto discutere delle sofferenze che spesso si celano dietro l’indifferenza di molte persone e prendere maggior coscienza delle responsabilità collettive.
Sr. Gabriella D’Agostino, sfp
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