Un ingrediente primario

Abbiamo chiesto a Maddalena Ferracin, volontaria di Servizio civile, di raccontarci la sua esperienza di incontro con la multiculturalità a Progetto Miriam.

La multiculturalità è un “ingrediente primario” di Progetto Miriam, perchè accoglie ragazze provenienti da ogni parte del mondo. In questo momento tra ospiti e personale esterno possiamo contare fino a 9 nazionalità diverse!

L’incontro tra tante culture diverse è una ricchezza, ma la convivenza è anche una grande sfida: proviamo solo ad immaginare di vivere in un paese che non è il nostro, con persone che non conosciamo e che hanno lingua, cultura e usanze diverse dalle nostre. La maggior parte delle ragazze accolte provengono da una realtà sociale molto chiusa e, quindi, sono sempre state abituate a rapportarsi solo con persone appartenenti alla loro stessa etnia. La convivenza con ragazze provenienti da paesi diversi – che non conoscono e che non sono in grado di collocare in uno spazio geografico – è una situazione nuova e difficile, che le mette a dura prova. La prima reazione è spesso quella di una certa diffidenza nei confronti delle altre.

Nella mia esperienza di volontaria di Servizio Civile a Progetto Miriam, mi sono trovata ogni giorno faccia a faccia con questo mix di culture e, ora che sono giunta quasi alla fine, posso dire di avere ricevuto molto più di quanto mi aspettassi.
Tante sono le piccole e grandi esperienze che potrei raccontare!

Durante i pranzi comunitari, in cui si cucina insieme: ho visto le ragazze, inizialmente perplesse nei confronti dell’insipido (a loro dire) cibo italiano, lanciarsi poi nella preparazione di un risotto o di una pasta al sugo. Allo stesso modo io ho assaggiato e apprezzato cibi di cui altrimenti non avrei saputo l’esistenza.

Per non parlare dei momenti in cui ho provato ad insegnare loro l’italiano: ho imparato tantissime cose sulla loro lingua, ma soprattutto sulla nostra, perché mi sono trovata nella situazione di dovermi fare tante domande per essere in grado di rispondere alle loro.

Nel lavoro in laboratorio, inoltre, si intavolano discussioni sulle tradizioni e usanze dei paesi di ognuna. Il confronto con il diverso è sempre un’occasione di crescita ed arricchimento personale, perché ci obbliga a mettere in discussione quello che ritenevamo assoluto fino a quel momento.

Ed infine durante i momenti delle pulizie, ho avuto il piacere di ascoltare musiche differenti di volta in volta, sempre contenta di ampliare il mio repertorio musicale e di avvicinarmi un altro po’ a loro.

Uno dei punti di forza principali del Progetto è proprio questo: avere come obiettivo l’integrazione delle ragazze nella nostra società e avvicinarle alla nostra cultura, ma senza cercare in alcun modo di sostituirle alla loro o far dimenticare le loro origini. Qui ogni diversità e particolarità viene trattata con rispetto e attenzione, per far sì che le ragazze si sentano davvero uniche, accolte e apprezzate per quello che sono.

Non posso che dire a tutte: grazie! Siete meravigliose!

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